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Emanuele Caronti, una personalità adamantina

Si è conclusa in modo più che positivo la quindicesima edizione del ciclo di conversazioni storiche “Settembre in Santa Chiara” organizzato dal Centro culturale “Giuseppe Albanese”, dal Comune di Noci e dalla Biblioteca comunale “Mons. Amatulli”, in collaborazione con l’Associazione “Terra Nucum” e l’Associazione di promozione territoriale “Pro Loco” di Noci.

Giovedì 29 grande partecipazione di pubblico all’incontro conclusivo intitolato “A cinquant’anni dalla morte di don Emmanuele Caronti, fondatore dell’Abbazia Madonna della Scala di Noci”.

Ad aprire la serata il direttore della Biblioteca comunale Giuseppe Basile che ha presentato il relatore padre Gennaro Antonio Galluccio O.S.B., studioso di storia locale, teologia e filosofia nonché archivista dal 2008 presso l’Abbazia Madonna della Scala e autore di numerose pubblicazioni; curatore, tra l’altro, dell’opera “Oronzo Lenti (Noci, 1848-1918)” risultata vincitrice dell’ultima edizione del “Premio Noci per la storia locale”.

L’avvocato José Mottola, presidente del Centro culturale “Giuseppe Albanese” ha evidenziato il ruolo spirituale e culturale che dalla fondazione ha assunto il monastero della Madonna della Scala; un vero e proprio faro per la comunità nocese e non solo. Ha inoltre ricordato come già in passato il Centro “Albanese” ha contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione di intelligenze e opere del monastero benedettino di Noci come, ad esempio, nel 2005 quando organizzò la manifestazione “Mons. Mariano Magrassi cittadino onorario di Noci, a un anno dalla morte” con la partecipazione di padre Giuseppe Poggi e del professor Pietro Mezzapesa.

Padre Gennaro Galluccio nell’articolato ma contenuto intervento è riuscito ad offrire agli astanti un profilo completo di padre Emmanuele Caronti (1882-1966), conosciuto ed apprezzato dai nocesi soprattutto per essere stato con Laura Lenti il fondatore nel 1930 dell’Abbazia di Noci.

Una grande figura di religioso annoverato tra i più ardimentosi pionieri del Movimento liturgico nazionale, che, con una spiccata personalità di monaco, sacerdote e abate, coltivò svariati interessi religiosi e culturali. "Egli – ricorda don Galluccio - fu saggista agiografico, favorì l'arte architettonica, pittorica e musicale, fu lucido, profetico e risoluto direttore spirituale".

Papa Paolo VI, ringraziando l’abate Giovanni Battista Ceci per il gradito opuscolo In memoria del Rev.mo Abbate Emanuele Caronti, edito dalla rivista “La Scala”, rese il dovuto omaggio «all’illustre abate, al monaco esemplare, al valoroso liturgista e allo zelante apostolo».

E proprio seguendo queste parole elogiative del papa si è articolato l’intervento illustrativo della figura di Caronti che dapprima monaco presso l’abbazia di Praglia (Padova) divenne nel 1919 abate di “San Giovanni Evangelista” in Parma e nel 1937 abate generale della “Congregazione Benedettina Cassinese della Primitiva Osservanza”.

Nel panoramico intervento don Galluccio partendo dai brevi cenni biografici ha illustrato il monaco esemplare, l’illustre abate amante e promotore dell’arte. Ha ricordato i rapporti di Caronti con i papi Pio XII e Paolo VI; l’operato di valente liturgista; l’impegno nelle fondazioni e nei rapporti con le altre religioni e nel promuovere l’Unione della Congregazione benedettina Sublacense con la Cassinese.

Don Galluccio ha parlato anche della partecipazione di Caronti come cappellano militare alla prima guerra mondiale, durante la quale patì le sofferenze della prigionia. In conclusione è emerso che don Emmanuele Caronti è stata una figura di altissimo profilo umano e culturale il cui operato ed i cui meriti devono ancora essere ulteriormente studiati e conosciuti.

La serata, che ha fatto registrare, tra gli altri, la presenza dell’arciprete don Peppino Cito, del priore padre Natanaele Fantini e del senatore Piero Liuzzi, si è conclusa con l’intervento del sindaco Domenico Nisi che ha ringraziato il relatore e la comunità della Scala per quanto nel corso degli anni hanno fatto per Noci e per i nocesi ed ha espresso l’auspicio che il ciclo “Settembre in Santa Chiara” possa continuare ad offrire anche in futuro i proficui frutti culturali finora prodotti.

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